Intervista ad Antonio Origgi, autore dell’opera “L’inconscio non esiste! Scopri chi sei e vivi meglio”.
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25/07/2024 | Bookpress
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Antonio Origgi è un ricercatore, formatore, coach e counselor; ha conseguito un Master of Arts in Human Behaviour alla Jolla University e ha studiato con alcuni tra i più grandi psicoterapeuti e psicobiologi contemporanei, come Paul Watzlawick ed Henri Laborit. Ha inoltre approfondito la Logoterapia, la PNL e la Psicoterapia Provocativa con Frank Farrelly. Pubblica i libri “L'inconscio per amico” (Amrita Edizioni, 2009), “Cronaca di un risveglio spirituale” (RAPH Edizioni, 2011), “Le frasi nere - Ciò che vi hanno detto e non dovreste mai dire ai vostri figli” (RAPH Edizioni, 2022) e “L'inconscio non esiste! Scopri chi sei e vivi meglio” (RAPH Edizioni, 2023). È inoltre fondatore del metodo IWAY, direttore della scuola di counseling psico energetico IWAY in integrazione dei sé, e fondatore dell'Accademia della Mente Maestra.
«Ci presenti il tuo nuovo saggio “L'inconscio non esiste! Scopri chi sei e vivi meglio”? A che tipologia di lettore è rivolta l'opera?»
Mi auguro che questo libro possa essere letto da tutti coloro che sono interessati, in qualche modo, a conoscersi, a stare meglio, a superare i propri limiti, a una vera crescita personale e, perché no, anche spirituale. Mi piacerebbe potessero leggerlo tutti coloro che si occupano di psicologia, psicoterapia e neuroscienze perché offre forse la possibilità di una visione nuova dell'essere umano, basata sul buon senso, che sposa scienza e spiritualità. Una simile visione potrebbe consentire un aiuto più semplice, diretto, trasparente permettendo al cliente un'accettazione consapevole del proprio stato e la comprensione della via di guarigione
«Cosa intendi quando affermi che l'inconscio non esiste?»
Siamo abituati ad attribuire a un supposto soggetto inconscio tutto ciò che è automatico, tutto ciò che è represso e sconosciuto dentro di noi. Solo il termine inconscio implica l'impossibilità di conoscere quando invece non è così. Quando si comprende chi è quella parte di noi che ci fa rimuginare, reagire e vivere emozioni e comportamenti che non vorremmo, tutto diventa semplice e comprensibile e soprattutto si ha chiara la strada per il cambiamento che si desidera.
«Dalla tua opera: “Chi siamo noi? Chi è l'Io? Questa è la domanda che non si pone il Sé mentale, né, tantomeno, il Sé istintivo. Questa domanda ce la facciamo noi, questa domanda se la pone la nostra coscienza che, ogni tanto (abbiamo detto, più o meno, il 5% del tempo) si sveglia e, a volte, si interroga sulla propria esistenza”. È molto affascinante il discorso che affronti in merito a una coscienza superiore, da te chiamata Superconscio: vuoi spiegarci cos'è, e come interagisce con il Sé istintivo?»
Purtroppo siamo così identificati con la nostra razionalità che non comprendiamo di essere qualcos'altro. Krustov, uno scienziato russo è stato il primo a dimostrare che anche le scimmie pensano. Cosa c'è di diverso allora tra l'essere umano e la scimmia? Solo una corteccia cerebrale più sviluppata che gli consente di gestire un maggior numero di informazioni e di elaborare pensieri molto più complessi. Non è la razionalità che distingue l'essere umano dagli altri mammiferi, bensì la capacità di osservarsi e di essere consapevoli anche del proprio pensare.
La razionalità è la caratteristica del Sé mentale, mentre l'istintività e la capacità di gestire le relazioni attraverso le emozioni è la caratteristica del Sé istintivo. L'essere umano però ha una coscienza in più, quella che gli consente di osservare quel soggetto in lui che prova emozioni e quel soggetto in lui che ragiona e pensa. Tanti parlano di coscienza nell'essere umano, ma ne parlano quasi fosse qualcosa di superiore, di non raggiungibile, di mistico. In realtà quella coscienza è ciò che chiamo Io osservatore, che non è affatto la nostra razionalità. L'Io osservatore può identificarsi con la razionalità del Sé mentale o con le emozioni del Sé istintivo o con le sensazioni del Sé fisico quando non ha l'energia necessaria per essere sveglio. Non a caso nei percorsi spirituali si parla di risveglio della coscienza. Quando l'Io osservatore è sveglio, è pura coscienza che sa accettare e comprendere tutte le dinamiche del Sé istintivo e del Sé mentale e può diventare il loro maestro per rieducarli a superare i loro conflitti interni - che sono alla base di tutti gli auto sabotaggi, delle insicurezze, dei sensi di colpa e così via - per una pace interiore e la capacità di vivere una vita sana, matura appagante e consapevole. Il Superconscio poi è un passo ulteriore. Chi è l'Io osservatore, quella coscienza che ogni tanto di sveglia e si chiede “chi sono io?”. La coscienza dell'Io osservatore non ha nulla a che fare con le altre tre coscienze inferiori del Sé fisico, del Sé istintivo e del Sé mentale. Le altre tre coscienze seguono lo sviluppo evolutivo del mammifero umano e quel mammifero potrebbe tranquillamente fare a meno dell'Io osservatore. Le altre tre coscienze sanno costruire case, automobili, computer. Sanno creare l'intelligenza artificiale e non hanno alcun bisogno per andare sulla luna dell'Io osservatore[AO1> . Da dove viene quindi l'Io osservatore? Le religioni ci dicono che è l'anima incarnata, quella parte dell'anima che è scesa nella densità della materia per sperimentarla ed evolvere, e ora fa fatica a svegliarsi e si identifica con le coscienze inferiori. Il Superconscio è quella parte di anima che non è incarnata. È sempre in contatto con l'Io osservatore e ogni tanto gli manda quelle che chiamiamo intuizioni. Inoltre può interagire con tutte le coscienze inferiori e in particolare utilizza il Sé istintivo, con le sue emozioni, per farci andare incontro alle nostre lezioni di vita necessarie per la nostra evoluzione. Non ricordo se in questo libro o nel precedente racconto un aneddoto molto simpatico che aiuta a comprendere come sia il Superconscio a utilizzare il Sé istintivo come strumento per farci evolvere.
«So che hai pubblicato un'opera autobiografica in cui parli dell'anno che ha trasformato la tua vita e del tuo cammino di evoluzione interiore. Ci racconti qualche curiosità sul libro “Cronaca di un risveglio spirituale” (RAPH Edizioni, 2011)?»
Fin da bambino sentivo una forte spinta verso la spiritualità e non avendo altre vie, per appagare quella spinta ho fatto il chierichetto. Poi però, quando ho sviluppato la razionalità, mi sono detto che non potevo accettare ciò che non potevo sperimentare. Così ho cercato in altre vie e altre religioni. Ho studiato, ma soprattutto sperimentato e meditato finché nel 1998 è come se si fosse aperta una porta verso l'alto. Quella che in oriente chiamano settimo chakra. Sono entrato in contatto con esseri che appartengono a piano di coscienza superiori e che mi svegliavano ogni notte per mandarmi dei messaggi. È stato molto difficile accettare quell'esperienza perché la mia razionalità tentava di boicottarla in tutti i modi.
È stata un'esperienza durata poco più di un anno e che mi ha permesso di comprendere profondamente chi sono oltre la realtà fisica.
«Hai viaggiato spesso in India, dove hai approfondito l'approccio orientale alla spiritualità. Nel tuo saggio ti riferisci diverse volte alla filosofia indiana: come hai integrato questo pensiero nel tuo lavoro e in un contesto occidentale?»
Amo il pensiero filosofico e spirituale dell'India perché lo ritengo molto razionale.
Ho smesso di fare il chierichetto da bambino perché avrei dovuto aspettare la morte per sperimentare la realtà soprannaturale. Non amo i dogmi e nei miei corsi dico sempre “non credete a una parola di quello che vi dico, ma se vi risuona, allora sperimentate, solo così potrà diventare una vostra verità”.
Nei testi di alcuni maestri indiani ho compreso che si può sperimentare tutto, qua, sulla Terra. E' così che è iniziato il mio percorso e, anche se non sono mai stato né induista né buddista, amo ancora la cultura indiana perché, se si va oltre le forme, che potrebbero sembrare infantili, in realtà nasconde una spiegazione molto comprensibile e basata sul buon senso del mondo immateriale da cui proveniamo.
È importante comprendere che qualsiasi religione è nata migliaia di anni fa quando le coscienze degli esseri umani erano ancora bambine - ci raccontava Bernardino del Boca, un antropologo che è stato maestro e amico - che l'umanità media dell'umanità è quella di un adolescente. Figuriamoci 2-3-4000 anni fa. È allora comprensibile che per spiegare concetti come dualità, stati di coscienza e la creazione della vita, si sia dovuto ricorrere a immagini emotivamente comprensibili a quelle umanità. Oggi ritengo che per molti non ci sia più bisogno di alcuna religione e il libro che sto scrivendo vuole tentare di portare una nuova visione anche del mio pensiero sulla religione e sulla Vita.
«Sei l'ideatore del metodo INTEGRATIONWAY (abbreviato IWAY); in cosa consiste?»
Il nome INTEGRATION WAY nasce dalla visone della vita e dell'essere umano basata su piani di coscienza e da quello che ritengo essere l'obiettivo di ogni essere umano che sente una spinta verso la crescita personale e spirituale.
In noi coesistono, come ho detto sopra, tre piano di coscienza “inferiori” più uno: Il Sé fisico, il Sé istintivo, il Sé mentale e l'Io osservatore. Integrazione vuol dire equilibrio, accordo, collaborazione e soprattutto visione comune. Da un punto di vista puramente pratico, il benessere fisico, emotivo e mentale dipende dall'integrazione delle tre coscienze inferiori perché se non sono integrate vivono nei conflitti perché ciascuna ha spesso obiettivi e priorità diverse. I conflitti riguardano soprattutto il Sé istintivo e il Sé mentale e chi ne fa le spese è il Sé fisico, perché tutte le emozioni represse nei conflitti interni si scaricano nelle cellule del corpo che alla fine si ammalano.
Da un punto di vista spirituale, l'integrazione delle coscienze inferiori è alla base dell'apertura verso il Superconscio e i piani di coscienza superiori. I conflitti tra le coscienze inferiori rappresentano infatti le lezioni che l'anima vuole apprendere e nel processo di integrazione si vanno a risolvere tutti quei conflitti affrontandoli con coraggio, accoglienza e amore. Quando c'è integrazione tra le coscienze inferiori significa che le lezioni sono apprese e allora il Superconscio si manifesta portando quello stato che, a vari livelli, viene chiamato illuminazione.
«Sei fondatore e direttore dell'Accademia della Mente Maestra e Scuola di Counseling IWAY. Vuoi darci qualche dettaglio sulle materie insegnate, sugli obiettivi perseguiti e sui requisiti di ingresso?»
Si, volentieri. Sia l'Accademia della Mente Maestra e sia la scuola di counseling si basano sul metodo di interazione personale IWAY. La prima è rivolta a chi vuole fare un percorso di autoconoscenza e di crescita personale, la seconda a chi, oltre a un proprio percorso individuale, sente la spinta ad aiutare gli altri. Le materie principali di studio sono la conoscenza di Sé e delle coscienze che ci compongono; la comprensione dei meccanismi che hanno creato nel Sé istintivo e nel Sé mentale quelle convinzioni inconsce, quei comportamenti reattivi, insicurezze, quelle rigidità che impediscono una vita sana, gioiosa e appagante. Sono poi importanti due corsi che consentono di liberare il Sé istintivo di tutte le emozioni represse che però continuano a condizionare la vita e le relazioni, perché finchè il Sé istintivo non si sentirà compreso continuerà a boicottarci se non condivide i nostri obiettivi. Infine ci sono i corsi veri e propri di rieducazione delle coscienze inferiori nei quali si apprendono tutte le tecniche per rilasciare vecchi modelli di pensiero e comportamento disfunzionali per sostituirli con nuove consapevolezze che portano pace interiore, entusiasmo, sicurezza di sé e capacità di aprirsi con fiducia e amore alle relazioni. Non mancano corsi specifici per l'aspetto energetico perché l'energia è alla base del benessere e della salute del corpo e corsi di apertura al piano spirituale perché, come diceva Bernardino del Boca, il piano materiale è solo il riflesso di ciò che si crea nel piano sottile e spirituale.
Contatti
https://www.antoniooriggi.it/
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«Ci presenti il tuo nuovo saggio “L'inconscio non esiste! Scopri chi sei e vivi meglio”? A che tipologia di lettore è rivolta l'opera?»
Mi auguro che questo libro possa essere letto da tutti coloro che sono interessati, in qualche modo, a conoscersi, a stare meglio, a superare i propri limiti, a una vera crescita personale e, perché no, anche spirituale. Mi piacerebbe potessero leggerlo tutti coloro che si occupano di psicologia, psicoterapia e neuroscienze perché offre forse la possibilità di una visione nuova dell'essere umano, basata sul buon senso, che sposa scienza e spiritualità. Una simile visione potrebbe consentire un aiuto più semplice, diretto, trasparente permettendo al cliente un'accettazione consapevole del proprio stato e la comprensione della via di guarigione
«Cosa intendi quando affermi che l'inconscio non esiste?»
Siamo abituati ad attribuire a un supposto soggetto inconscio tutto ciò che è automatico, tutto ciò che è represso e sconosciuto dentro di noi. Solo il termine inconscio implica l'impossibilità di conoscere quando invece non è così. Quando si comprende chi è quella parte di noi che ci fa rimuginare, reagire e vivere emozioni e comportamenti che non vorremmo, tutto diventa semplice e comprensibile e soprattutto si ha chiara la strada per il cambiamento che si desidera.
«Dalla tua opera: “Chi siamo noi? Chi è l'Io? Questa è la domanda che non si pone il Sé mentale, né, tantomeno, il Sé istintivo. Questa domanda ce la facciamo noi, questa domanda se la pone la nostra coscienza che, ogni tanto (abbiamo detto, più o meno, il 5% del tempo) si sveglia e, a volte, si interroga sulla propria esistenza”. È molto affascinante il discorso che affronti in merito a una coscienza superiore, da te chiamata Superconscio: vuoi spiegarci cos'è, e come interagisce con il Sé istintivo?»
Purtroppo siamo così identificati con la nostra razionalità che non comprendiamo di essere qualcos'altro. Krustov, uno scienziato russo è stato il primo a dimostrare che anche le scimmie pensano. Cosa c'è di diverso allora tra l'essere umano e la scimmia? Solo una corteccia cerebrale più sviluppata che gli consente di gestire un maggior numero di informazioni e di elaborare pensieri molto più complessi. Non è la razionalità che distingue l'essere umano dagli altri mammiferi, bensì la capacità di osservarsi e di essere consapevoli anche del proprio pensare.
La razionalità è la caratteristica del Sé mentale, mentre l'istintività e la capacità di gestire le relazioni attraverso le emozioni è la caratteristica del Sé istintivo. L'essere umano però ha una coscienza in più, quella che gli consente di osservare quel soggetto in lui che prova emozioni e quel soggetto in lui che ragiona e pensa. Tanti parlano di coscienza nell'essere umano, ma ne parlano quasi fosse qualcosa di superiore, di non raggiungibile, di mistico. In realtà quella coscienza è ciò che chiamo Io osservatore, che non è affatto la nostra razionalità. L'Io osservatore può identificarsi con la razionalità del Sé mentale o con le emozioni del Sé istintivo o con le sensazioni del Sé fisico quando non ha l'energia necessaria per essere sveglio. Non a caso nei percorsi spirituali si parla di risveglio della coscienza. Quando l'Io osservatore è sveglio, è pura coscienza che sa accettare e comprendere tutte le dinamiche del Sé istintivo e del Sé mentale e può diventare il loro maestro per rieducarli a superare i loro conflitti interni - che sono alla base di tutti gli auto sabotaggi, delle insicurezze, dei sensi di colpa e così via - per una pace interiore e la capacità di vivere una vita sana, matura appagante e consapevole. Il Superconscio poi è un passo ulteriore. Chi è l'Io osservatore, quella coscienza che ogni tanto di sveglia e si chiede “chi sono io?”. La coscienza dell'Io osservatore non ha nulla a che fare con le altre tre coscienze inferiori del Sé fisico, del Sé istintivo e del Sé mentale. Le altre tre coscienze seguono lo sviluppo evolutivo del mammifero umano e quel mammifero potrebbe tranquillamente fare a meno dell'Io osservatore. Le altre tre coscienze sanno costruire case, automobili, computer. Sanno creare l'intelligenza artificiale e non hanno alcun bisogno per andare sulla luna dell'Io osservatore[AO1> . Da dove viene quindi l'Io osservatore? Le religioni ci dicono che è l'anima incarnata, quella parte dell'anima che è scesa nella densità della materia per sperimentarla ed evolvere, e ora fa fatica a svegliarsi e si identifica con le coscienze inferiori. Il Superconscio è quella parte di anima che non è incarnata. È sempre in contatto con l'Io osservatore e ogni tanto gli manda quelle che chiamiamo intuizioni. Inoltre può interagire con tutte le coscienze inferiori e in particolare utilizza il Sé istintivo, con le sue emozioni, per farci andare incontro alle nostre lezioni di vita necessarie per la nostra evoluzione. Non ricordo se in questo libro o nel precedente racconto un aneddoto molto simpatico che aiuta a comprendere come sia il Superconscio a utilizzare il Sé istintivo come strumento per farci evolvere.
«So che hai pubblicato un'opera autobiografica in cui parli dell'anno che ha trasformato la tua vita e del tuo cammino di evoluzione interiore. Ci racconti qualche curiosità sul libro “Cronaca di un risveglio spirituale” (RAPH Edizioni, 2011)?»
Fin da bambino sentivo una forte spinta verso la spiritualità e non avendo altre vie, per appagare quella spinta ho fatto il chierichetto. Poi però, quando ho sviluppato la razionalità, mi sono detto che non potevo accettare ciò che non potevo sperimentare. Così ho cercato in altre vie e altre religioni. Ho studiato, ma soprattutto sperimentato e meditato finché nel 1998 è come se si fosse aperta una porta verso l'alto. Quella che in oriente chiamano settimo chakra. Sono entrato in contatto con esseri che appartengono a piano di coscienza superiori e che mi svegliavano ogni notte per mandarmi dei messaggi. È stato molto difficile accettare quell'esperienza perché la mia razionalità tentava di boicottarla in tutti i modi.
È stata un'esperienza durata poco più di un anno e che mi ha permesso di comprendere profondamente chi sono oltre la realtà fisica.
«Hai viaggiato spesso in India, dove hai approfondito l'approccio orientale alla spiritualità. Nel tuo saggio ti riferisci diverse volte alla filosofia indiana: come hai integrato questo pensiero nel tuo lavoro e in un contesto occidentale?»
Amo il pensiero filosofico e spirituale dell'India perché lo ritengo molto razionale.
Ho smesso di fare il chierichetto da bambino perché avrei dovuto aspettare la morte per sperimentare la realtà soprannaturale. Non amo i dogmi e nei miei corsi dico sempre “non credete a una parola di quello che vi dico, ma se vi risuona, allora sperimentate, solo così potrà diventare una vostra verità”.
Nei testi di alcuni maestri indiani ho compreso che si può sperimentare tutto, qua, sulla Terra. E' così che è iniziato il mio percorso e, anche se non sono mai stato né induista né buddista, amo ancora la cultura indiana perché, se si va oltre le forme, che potrebbero sembrare infantili, in realtà nasconde una spiegazione molto comprensibile e basata sul buon senso del mondo immateriale da cui proveniamo.
È importante comprendere che qualsiasi religione è nata migliaia di anni fa quando le coscienze degli esseri umani erano ancora bambine - ci raccontava Bernardino del Boca, un antropologo che è stato maestro e amico - che l'umanità media dell'umanità è quella di un adolescente. Figuriamoci 2-3-4000 anni fa. È allora comprensibile che per spiegare concetti come dualità, stati di coscienza e la creazione della vita, si sia dovuto ricorrere a immagini emotivamente comprensibili a quelle umanità. Oggi ritengo che per molti non ci sia più bisogno di alcuna religione e il libro che sto scrivendo vuole tentare di portare una nuova visione anche del mio pensiero sulla religione e sulla Vita.
«Sei l'ideatore del metodo INTEGRATIONWAY (abbreviato IWAY); in cosa consiste?»
Il nome INTEGRATION WAY nasce dalla visone della vita e dell'essere umano basata su piani di coscienza e da quello che ritengo essere l'obiettivo di ogni essere umano che sente una spinta verso la crescita personale e spirituale.
In noi coesistono, come ho detto sopra, tre piano di coscienza “inferiori” più uno: Il Sé fisico, il Sé istintivo, il Sé mentale e l'Io osservatore. Integrazione vuol dire equilibrio, accordo, collaborazione e soprattutto visione comune. Da un punto di vista puramente pratico, il benessere fisico, emotivo e mentale dipende dall'integrazione delle tre coscienze inferiori perché se non sono integrate vivono nei conflitti perché ciascuna ha spesso obiettivi e priorità diverse. I conflitti riguardano soprattutto il Sé istintivo e il Sé mentale e chi ne fa le spese è il Sé fisico, perché tutte le emozioni represse nei conflitti interni si scaricano nelle cellule del corpo che alla fine si ammalano.
Da un punto di vista spirituale, l'integrazione delle coscienze inferiori è alla base dell'apertura verso il Superconscio e i piani di coscienza superiori. I conflitti tra le coscienze inferiori rappresentano infatti le lezioni che l'anima vuole apprendere e nel processo di integrazione si vanno a risolvere tutti quei conflitti affrontandoli con coraggio, accoglienza e amore. Quando c'è integrazione tra le coscienze inferiori significa che le lezioni sono apprese e allora il Superconscio si manifesta portando quello stato che, a vari livelli, viene chiamato illuminazione.
«Sei fondatore e direttore dell'Accademia della Mente Maestra e Scuola di Counseling IWAY. Vuoi darci qualche dettaglio sulle materie insegnate, sugli obiettivi perseguiti e sui requisiti di ingresso?»
Si, volentieri. Sia l'Accademia della Mente Maestra e sia la scuola di counseling si basano sul metodo di interazione personale IWAY. La prima è rivolta a chi vuole fare un percorso di autoconoscenza e di crescita personale, la seconda a chi, oltre a un proprio percorso individuale, sente la spinta ad aiutare gli altri. Le materie principali di studio sono la conoscenza di Sé e delle coscienze che ci compongono; la comprensione dei meccanismi che hanno creato nel Sé istintivo e nel Sé mentale quelle convinzioni inconsce, quei comportamenti reattivi, insicurezze, quelle rigidità che impediscono una vita sana, gioiosa e appagante. Sono poi importanti due corsi che consentono di liberare il Sé istintivo di tutte le emozioni represse che però continuano a condizionare la vita e le relazioni, perché finchè il Sé istintivo non si sentirà compreso continuerà a boicottarci se non condivide i nostri obiettivi. Infine ci sono i corsi veri e propri di rieducazione delle coscienze inferiori nei quali si apprendono tutte le tecniche per rilasciare vecchi modelli di pensiero e comportamento disfunzionali per sostituirli con nuove consapevolezze che portano pace interiore, entusiasmo, sicurezza di sé e capacità di aprirsi con fiducia e amore alle relazioni. Non mancano corsi specifici per l'aspetto energetico perché l'energia è alla base del benessere e della salute del corpo e corsi di apertura al piano spirituale perché, come diceva Bernardino del Boca, il piano materiale è solo il riflesso di ciò che si crea nel piano sottile e spirituale.
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